-Volterra, 21/03/1973
Il mio viaggio continuava, era arrivata la primavera, il
primo giorno dell’equinozio di primavera. Ricordo le persone che già
rinfrescavano i propri volti stanchi dal
caldo nelle fontane di Volterra. Ebbene si, ero passato dall’America e la
Francia in Italia, precisamente in Toscana, in quelle bellissime colline che
rallegravano la giornata. La decisione di partire e andare là, fu improvvisa.
Volevo osservare la vita che si svolgeva in quel piccolo luogo, da piccolo
infatti ero da sempre abituato a conoscere tutti, a salutare e abbracciare chiunque incrociassi
per strada. Passeggiavo in tutte le piccole viuzze di quella misteriosa città,
prima di atterrare in Italia mi ero infatti documentato sulla sua storia, erano
molte leggende e storie che avvolgevano le mura in un mistero sempre più fitto.
Ero particolarmente felice quel giorno, forse era una felicità data dallo
splendere dei girasoli, dai fiori appena nati, o semplicemente dalla voglia di
vivere. Nel preciso instante in cui misi piede su quella terra, sentii una
carica di energia che mi pervase in tutto il corpo. La semplicità di quel posto
mi attirava, serve sempre una piccola pausa di tranquillità. Notai le anziane
del paese con in mano un bel mazzo di rose o di ginestre, invidiose una
dell’altra, come se fosse una gara; mi misi a ridere quando vidi i bambini in
sandali che sbirciavano sotto la sottana delle loro madri. Cominciai a scattare
foto, a raffica, era un impulso istintivo; quando si dice “catturare l’attimo”.
I mariti invece erano ovviamente rifugiati a gruppi in piccoli bar, con liquori
in mano, e un mazzo di carte. Pronti per sfidarsi e per scommettere la vincita.
Le bambine incitavano le madri a comprare la solita bambola di pezza, ma purtroppo la risposta
era sempre la stessa “Quando sarai grande te la comprerò, sciocchina” stava a
significare la forte povertà. Ma la bellezza e la serenità con cui
pronunciavano quelle tristi parole, era impressionante, non c’entrava la
ricchezza volevano solo stare con i propri figli, vivendo giorno per giorno. Mi
commossi. Continuai il mio piccolo giro turistico, vidi case e chiese spettacolari,
monumentali, e molto ben costruite e raffinate nei dettagli, appartenenti in
passato a ricchi signori. Mi immaginai come un giorno, chissà quando, quella
città sarebbe diventata un importante riferimento storico e artistico. La
natura era sempre più viva, gatti e cani passavano per le strade, le vespe
sfrecciavano qua e la e i vestiti a pois delle giovani ragazze svolazzavano al
vento primaverile; notai le coppie di ragazzi innamorati, i primi baci,
sguardi, carezze, giochi erotici, e sotterfugi per scappare alla vista del
padre, aspettando la figlia in ansia sul portone di casa. C’erano giovani
artisti di strada, che cantavano e suonavano ogni tipo di repertorio, facendo
riunire tutto il paese a ballare. Le loro giornate passavano così, trascorrendo
insieme quel poco tempo rimanente, vivendo oggi, senza aver paura di quello che
succederà un domani. Ero veramente felice, il fresco vento fece calmare il
precoce caldo d’estate. Mi sentivo un po’ anche io parte di quella comunità,
ero anche io innamorato, innamorato della vita. Capii l’importanza di vivere
oggi, solo e soltanto oggi, senza aver preoccupazioni,solo risolvendo problemi
insieme, aiutandoci l’un con l’altro. A New York avevo visto l’amore vero, a
Parigi la stravaganza e l’importanza dell’amicizia. E qua? Che cosa potevo
trarre da questa esperienza?La vera vita. Il significato di vita, La parola
vita, ricca di significati puliti splendenti, e ricchi di felicità. Loro erano
vita, la felicità, Ed io, ero felice, adesso.
"Nella semplicità si nasconde il divino."
-Fabio Volo,2001
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